martedì 13 ottobre 2009

MAURIZIO FIORINO


Maurizio Fiorino spara.
Suo padre, regalandogli una macchina fotografica, gli disse:“usala come una pistola”.
E così, il giovane crotonese di nascita ma bolognese d’adozione, lasciandosi alle spalle corsi di studi mai finiti e il soffocante provincialismo italiano, spara per tutta New York.
I suoi ritratti sono netti, senza filtri, sensuali: i suoi “boys of life” sono ragazzi che potremmo incontrare ovunque, ma pericolosamente belli. Sono anche e soprattutto degli autoritratti. Sembra che i volti delle persone fotografate assumano la funzione di uno spietato specchio ed inter-agiscano sullo sfondo onnipresente di una metropoli urbana contradittoria e folle come New York.
I colori sono saturi, chiassosi: una secchiata di giallo Godard buttata su un ragazzo di vita Pasoliniano, tra echi d’underground americano un po’ patinato alla Terry Richardson.


Maurizio Fiorino shoots.
His father, giving him a camera, said: “use it like a gun”.
And so, the young Italian photographer, letting behind him never-ended universities and the suffocating Italian provincialism, shoots in all New York.
His portraits are clean, without any filters, sensual: his “boys of life” are guys that we could meet everywhere, but they’re dangerously handsome. They’re also and above all auto-portraits. Seems like merciless mirrors, acting on the ubiquitous background of an urban and crazy metropolis like New York.
Colours are saturated ands noisy: a little bit of “Godard yellow” knocked down on a Pasolini’s “ragazzo di vita”, trough echoes of an American underground a-là-Terry Richardson.




Gabriele Valerio on www.polkadot.it/maurizio-fiorino

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